a cura di Anna Lisa Di Mezza

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Dora Maar (Henriette Theodora Marković, le sue origini sono croate), nasce a Parigi nel 1907. Pittrice, scrittrice, fotografa, trascorre l’adolescenza tra Parigi e Buenos Aires, poi frequenta l’École et Ateliers d’Arts Décoratif e l’Académie Lhote dove incontra Cartier- Bresson, apre uno studio in collaborazione con Man Ray, intrattiene una lunga e tormentata relazione con Picasso, incontra il poeta Paul Éluard, firma il manifesto “Appel à la lutte” pubblicato da Breton nel ’34.
La fotografia di Dora Maar è il frutto della sua sofferta presa di coscienza delle disuguaglianze sociali. Fotografa gli emarginati, i deboli, attraverso un connubio tra la “fotografia di strada” e surrealismo, dando vita al cosiddetto street surrealism. Dai suoi occhi viene fuori in maniera violenta la rabbia, ma anche la passione, vibrante, densa.
Ci lascia scatti di valore inestimabile, immagini che ancora oggi invitano alla critica sociale. Dora Maar muore, a Parigi, nel 1997, ma i suoi lavori sopravvivono al tempo, anzi, ne danno costantemente una chiave di lettura di immenso spessore e di grandissima, rara, sensibilità.
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