Music & Visions project * Public Image Limited / Christine Spengler

Music & Visions

a cura di clanMC: selezione musicale – Alessandro Cardinale,
selezione progetto visuale – Nicoletta Lolli

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Public Image Limited

Precedentemente intitolata “South African Song”, “Rise” è stata ispirata a John Lydon dall’era dell’apartheid in Sud Africa. 
“Ho letto un manuale sulle tecniche di interrogatorio sudafricano”
ha detto John Lydon a Smash Hits…
“Rise è soprattutto un insieme di frasi dette da alcune delle vittime sotto tortura, le ho messe insieme perché pensavo che si adattassero perfettamente ai miei sentimenti e ricordi riguardo quella che è stata una terribile parte della mia esistenza. Il mio messaggio è che non c’è nessuna causa politica abbastanza degna perchè la gente ne debba morire: ho avuto parenti cattolici e protestanti in Irlanda del Nord che si sono uccisi a vicenda e una volta che inizi a uccidere i tuoi simili, è finita. Rise vuole mettere fine a tutto questo”.
“May the road rise with you” (antica benedizione irlandese)

Christine Spengler – “War Photographer: between shadow and light”

Christine Spengler è nata nel 1945 in Francia,  vive in Spagna, a Madrid, dall’età di sei anni.    Nel corso di un viaggio in Chad in compagnia di suo fratello Eric, scopre la sua vocazione per la fotografia documentaria.  Nel 1972 segue i noti conflitti in Irlanda del Nord come fotografo freelance, l’anno sucessivo segue la guerra del Vietnam per conto della Associated Press di New York, in questo periodo subisce la perdita dell’amato fratello, a causa di un traumatico suicidio.   La denuncia del dolore e della morte violenta diventano definitivamente il filo conduttore di tutta la sua carriera.  
I suoi lavori sono crudi e senza filtri, volti a denunciare i conflitti e gli orrori che tormentano il mondo, nulla deve restare nel silenzio, ogni suo scatto è un grido di dolore che urla al mondo la realtà dei fatti, portando ognuno di noi a vivere per un attimo la vita di efferatezza e di odio dei protagonisti.   Christine Spengler si è sempre gettata nell’occhio del ciclone, in primo piano nel cuore delle giornate più sanguinose della storia, il suo è un racconto personale, profondamente vissuto accanto alle vittime, alla vita che si rivela indomita in un deserto di morte, per questo i suoi non sono semplici scatti documentaristici, piuttosto difendono un instancabile, urgente, necessario messaggio di pace.

(Nicoletta Lolli)

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