a cura di Nicoletta Lolli
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Michael Kenna è nato nel 1953 a Widnes nel Lancashire in Inghilterra, in una famiglia numerosa e molto religiosa, fattori che lo hanno fortemente condizionato nella sua carriera di fotografo:
“Ci sono stati molti aspetti dell’educazione religiosa che credo abbiano fortemente influenzato il mio lavoro nella fotografia, come la disciplina, il silenzio, la meditazione e l’idea che anche dove le cose possono essere invisibili, può esserci comunque una presenza”.
All’età 11 anni, infatti, decide di entrare in monastero per diventare prete, ma non è la sua strada. Tenta la via della pittura iscrivendosi alla Scuola d’Arte Banbury nell’Oxfordshire, disgustato dall’ambiente di quegli anni, dedito al favoritismo e indifferente al merito, trova nella fotografia la via d’uscita perfetta. Studia e produce ogni tecnica fotografica immaginabile, prima a Londra, poi in California, dove collabora con la fotografa Ruth Bernard.
“Ho imparato a conoscere il foto giornalismo, la fotografia di moda, la fotografia sportiva, la natura morta, la fotografia di architettura. Quando mi sono laureato, avevo tutti i mezzi per sopravvivere nel mondo competitivo della fotografia”.
Matura uno stile personale dal carattere meditativo, disegnato dal contrasto del bianco e nero, appoggiato su tempi di espisizione lunghissimi, che ci portano a visioni realitiche e surreali allo stesso tempo. Riconosciamo luoghi e paesaggi, gli occhi si fermano su orizzonti conosciuti, eppure l’atmosfera è lunare e immaginaria, dalla linearità disarmante, lieve come un fiocco di neve che volteggia nel nostro sguardo. Ogni immagine è un viaggio nel tempo, camminiamo in un percorso meditativo e visivo da cui dobbiamo risvegliarci riprendendo contatto con il corpo e con la mente, ritrovando lo spazio da cui ci siamo momentaneamente staccati, vincendo la tentazione di tornare là, dove l’arte di Michael Kenna non smette di incantarci e rapirci.
(Nicoletta Lolli)
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