Music & Visions project * Park Jiha / Jeeyoung Lee

Music & Visions

selezione musicale a cura di  Massimo Di Roma,
selezione progetto visuale a cura di  Nicoletta Lolli

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멀어진 간격의 그리움 The Longing of the Yawning Divide_박지하 Park Jiha
Park Jiha é una sensibile musicista sudcoreana, precedentemente parte di un duo con Jugmin Seo. Park è specializzata nel suono del “piri” sin da quando era bambina: praticamente un flauto di bambù a doppia canna e dal suono particolarmente rumoroso. Ma si disimpegna anche nel suono di altri due strumenti molto particolari: il “saenghwang” (un complesso organo a bocca) e lo “yanggeym” (un dulcimer caratteristico della tradizione coreana). Accompagnata da Kim Oki (sassofono tenore, clarinetto), John Bell (vibrafono) e Kang Tekhyun, le composizioni di Park Jiha hanno un carattere jazz minimalista combinato a quelle sonorità orientali già che esprimono con grazia e armonia quel concetto di equilibrio su cui si fonda il pensiero dell’artista e il suo proposito di fare dello strumento una forma alternativa di comunicazione. In sostanza, un tappeto di suoni delicati e che ci arrivano attraverso quelle che possiamo definire come vere e proprie vibrazioni nell’atmosfera, un racconto di storie che non sono astratte ma concrete come il mondo che ci circonda e come la sua stessa musica.

JeeYoung Lee
Sono da sempre affascinata dagli artisti contemporanei dell’aria asiatica.   Quando Massimo Di Roma mi ha proposto questo brano per il  Music&Visions di oggi, non ho potuto reprimere un certo brillio degli occhi, ascoltando il brano ho lasciato fluire le immagini degli artisti coreani che preferisco e  in un attimo mi sono ritrovata nello studio di 3 metri per 6 di JeeYoung Lee.  In questo piccolo spazio l’artista ricrea con infinita pazienza e precisione scene che evocano fiabe tradizionali, sogni, ricordi d’infanzia, frammenti di letteratura occidentale.  Sono scenografie surreali, altamente immaginarie, ma che assumono una sfumatura concreta per la presenza dell’artista, che non si mostra mai direttamente, ma è parte integrante dello scatto, essa stessa fulcro del processo creativo.  JeeYoung Lee non ricorre ad alcun tipo di postproduzione, le immagini semplicemente esistono, sono la reale trasposizione delle sue percezioni, immaginazione pura che si materializza davanti ai nostri occhi.  Come ha scritto Macs della musicista Park Jiha: “vere e proprie vibrazioni nell’atmosfera, un racconto di storie che non sono astratte ma concrete come il mondo che ci circonda.”.

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