Music & Visions
a cura di clanMC: selezione musicale – Alessandro Cardinale,
selezione progetto visuale – Nicoletta Lolli
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War on Drugs – Suffering
Il frontman dei War on Drugs, Adam Granduciel, era “sotto un tram” quando ha iniziato a scrivere le canzoni di questo splendido Lost in the Dream. La sua precedente relazione era fallita e si trovò a gestire depressione, ansia e senso di alienazione, stati d’animo molto evidenti nei testi che ha scritto, oserei dire vomitati con grazia e delicatezza. “È stato un disco davvero difficile da fare”, ha detto al The Sun, “una volta finito, non provavo altro che sollievo: è stata una manifestazione di molte emozioni diverse, e anche se il disco ha avuto molto successo non ho messo quella fase della mia vita completamente alle spalle.” …like a snowflake through the fire, babe, I’ll be frozen in time but you’ll be here, suffering…
(Alessandro Cardinale)
Lost in The Dream, da cui è tratto il brano scelto, è un lp che fa parte della nostra storia insieme e della sensibilità sonora che condividiamo ormai da tempo immemore. Le nostre sfumature percettive, musicali e visive, sono naturalmente in simbiosi, spesso ascoltando War on Drugs ho visualizzato i lavori di Wohlgemuth e il brano che Alessandro ha selezionato per il Music & Visions di oggi mi offre l’occasione di unire i due universi artistici. Wendelin Wohlgemuth è un artista di origine tedesco-americana, nel 2013 ha conseguito la laurea in Fine Art and Philosophy presso la Western Washington University, ha esposto a Seattle, New York, Los Angeles, Spagna e Svezia. Su fotogrammi di filmati d’archivio dipinge figure senza identità, senza materia, fantasmi emotivi che lentamente si disperdono attraversando luoghi indistinti. Eppure ritroviamo qualcosa di familiare in queste immagini, provando lo stesso smarrimento dei soggetti ritratti, sperimentando la loro stessa inquietudine, Wohlgemuth suggerisce che “queste immagini di corpi compromessi ci chiedono di considerare la nostra connessione con la crudeltà e l’indifferenza del mondo naturale e di riconoscere la nostra stessa materialità come un modo per affermare la nostra esistenza”.
(Nicoletta Lolli)
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