Interpretazione a molti mondi

Ovvero l’interpretazione a molti mondi di Hugh Everett o MWI (Many Worlds Interpretation)
Sono stati fatti tentativi di interpretazioni della meccanica quantistica alternative a quella ortodossa di Copenaghen. Una delle più esotiche è senza dubbio quella introdotta nel 1957 dal fisico statunitense Hugh Everett III (1930 -1982), detta a “molti mondi”.
Nella interpretazione di Bohr, l’osservatore provoca il collasso della funzione d’onda, cioè il fatto che lo stato quantico “scelga” tra le diverse alternative di cui è composto.
Per evitare questo, Everett ha pensato che ogni volta che si esegue una misurazione quantistica, il sistema in esame si divide in tutte le alternative possibili e ogni copia continua a vivere nel mondo sdoppiato. Nel famoso esempio del gatto di Schroedinger esso si divide in due: in un mondo è vivo e nell’altro non lo è più. Chiaramente, questo modello, è quanto mai dispendioso in termini di risorse, ma evita fenomeni ambigui come quello del gatto quantico.
L’interpretazione propriamente quantistica della MWI fa parte di una più generale categoria di “universi paralleli” (stringhe, superstringhe, brane e “bolle”) che, soprattutto in cosmologia, è divenuta negli ultimi anni rilevante.
Un curioso esperimento mentale proposto inizialmente dallo scienziato austriaco Hans Moravac (1948) nel 1987 e indipendentemente da Bruno Marchel nel 1988 e poi dal cosmologo svedese Max Tegmark (1967) nel 1998 con il nome di “suicidio quantico” prevede una sorta di “immortalità quantistica” (QTI = Quantum Theory of Immortality) se l’interpretazione MWI è corretta.
Nell’esperimento c’è un evento esiziale per lo sperimentatore ( siamo nei panni del famoso gatto); ad esempio, c’è una “pistola quantica” che uccide con probabilità 0.5 a colpo. Se è vera la MWI ad ogni colpo la scena si sdoppia e uno sperimentatore sopravvive alla pistola quantica con probabilità 0.5. e’ chiaro che si sparano N colpi la probabilità di sopravvivere sarà ½^N, veramente molto “bassa”.
Dal punto di vista MWI invece una copia sopravviverà sempre anche se il numero di copie vive sarà ½^N. In effetti, lo sperimentatore non solo avrà raggiunto l’immortalità ma saprà anche (purtroppo lui solo) che l’interpretazione WMI della m.q. è corretta e tutte le altre sono sbagliate.

Mark Oliver Everett, alias Mr. E., è il figlio del noto fisico Hugh Everett III), ed è frontman della rock band americana Eels

HEREsound for read:Novocaine for the soul – Eels

Una replica a “Interpretazione a molti mondi”

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