Nicola Samorì,
opere selezionate
a cura di Anna Lisa Di Mezza

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Le violente decostruzioni pittoriche di Nicola Samorì, in quella che è la sua personale interpretazione degli stili pittorici del XVI e XVII secolo, hanno richiamato l’attenzione di tutto il mondo. Ha esposto i suoi lavori nelle maggiori città italiane, e poi a Dessau, Francoforte, Copenaghen, Berlino, Stettino, Stoccarda, Tubinga, Lipsia…
Lo storico dell’arte Daniele J. Schreiber ha scritto che Samorì utilizza gli strumenti dell’antiarte per trasferire all’osservatore una forza catastrofica direttamente dallo spazio illusorio.
Barocca e oscura, l’opera dell’artista italiano prevede danneggiamenti veri e propri alle tele, tagli, lacerazioni, graffi. Una profonazione sincera, autentica e intenzionale dell’arte, che rivela una forma d’arte nuova, un linguaggio fatto di dolore, vuoto, silenzio.
L’esercizio artistico di Samorì non è una provocazione fine a se stessa, l’artista rivela la sua paura e la sua fragilità. Si rimane muti dinanzi ai suoi lavori, si fanno respiri profondi, si comanda alle palpebre di richiudersi, si vibra d’inquietudine e passione.
Nicola Samorì, pittore e scultore, nasce a Forlì nel 1977, inizia a dipingere da bambino, si laurea presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, oggi vive e lavora a Bagnacavallo.
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